Hush… Hush, Sweet Charlotte (1964) | dir. Robert Aldrich
"Perfect Blue" (Satoshi Kon, 1997)
Mima è una idol. Insieme ad altre due ragazze fa parte delle Cham, un trio di popstar adorate da numerosi fan. Nonostante il gran successo Mima vuole diventare un'attrice, così decide di abbandonare il gruppo, sapendo di deludere gran parte dei suoi fan, tra cui un personaggio inquietante che sembra essere uno stalker. La carriera cinematografica sembra andare abbastanza bene, finchè Mima non riceve la proposta di giare una scena di stupro. Da quel momento Mima comincerà ad avere continue allucinazioni e farà fatica a distinguere la realtà dalla finzione.
Satoshi Kon, considerato uno dei migliori registi d'animazione, esordiva nel 1997 con "Perfect Blue", thriller che ha ispirato registi importanti come Nolan, Fincher e Aronofsky.
Effettivamente è difficile restare indifferenti a quest'opera, che gradualmente si trasforma in un vero e proprio incubo visionario per la protagonista ma anche per lo spettatore stesso che per gran parte del film si sentirà destabilizzato e confuso dalle numerose sequenze oniriche e dalla perdita d'identità di Mima.
Non mancano scene spinte, sequenze gore e un finale spiazzante, accompagnate da una notevole colonna sonora di Masahiro Ikumi.
Consiglio assolutamente di recuperare non solo questo film, ma l'intera filmografia di Kon, regista validissimo che purtroppo ci ha lasciati troppo presto.
The Tenant | Roman Polanski | 1976
Shelley Winters
"Stati di allucinazione" (Ken Russell, 1980)
Ispirato alla vita dello psichiatra statunitense John Lilly, "Stati di allucinazione" è tra i film più interessanti sulle sperimentazioni scientifiche. Protagonista è Eddie Jessup (interpretato dal bravissimo William Hurt) uno scienziato intenzionato a scoprire le origini della coscienza umana, utilizzando una vasca di deprivazione sensoriale e assumendo alcune droghe allucinogene, in modo tale da isolare il cervello da ogni stimolo esterno e portando la coscienza stessa in uno stato primordiale.
Un esperimento rischioso per la salute psicofisica di Eddie ma allo stesso tempo affascinante. Talmente tanto che lui stesso ne sarà ossessionato.
Ken Russell è noto per le sue opere visionarie e oniriche, tra cui l'indimenticabile "I diavoli" che a mio parere resta il top della sua filmografia. Avevo già recuperato "Stati di allucinazione" tempo addietro ma non mi aveva convinto appieno, forse per la complessità dei temi utilizzati o per la presenza di parecchie sequenze psichedeliche che mi avevano fatto storcere un po' il naso. A distanza di anni invece, sono rimasta letteralmente ipnotizzata da questa pellicola che mi ha ricordato a tratti il capolavoro di Cronenberg "La mosca", tra body horror, mutazioni genetiche e metafisica. Un fanta horror davvero imperdibile soprattutto per gli estimatori del genere.
The Wicker Man (1973) dir. Robin Hardy
L'uomo che bruciava i cadaveri" (Juraj Herz, 1969) 🇨🇿
Recentemente ho scoperto l'esistenza di una pellicola davvero affascinante, una vera e propria esperienza visiva. Il titolo è "L'uomo che bruciava i cadaveri" del 1969 di un regista slovacco (Juraj Herz). Già il titolo mi aveva incuriosita parecchio, ma leggendo la sinossi mi sono decisa a recuperarlo subito.
Il film è ambientato a Praga, nel periodo della seconda guerra mondiale. Il protagonista è Karel Kopfrkingl, direttore di un forno crematorio, dedito al suo lavoro, alla famiglia, senza vizi e a suo dire con una grande sensibilità, seguace della religione buddista. Egli è profondamente convinto che incenerendo i corpi l'anima dei defunti possa essere finalmente libera per poi reincarnarsi in seguito.
Un giorno incontra un vecchio amico, Reinke, sostenitore di Hitler, che cercherà di convincerlo ad aderire al partito nazista e di abbracciare l'ideologia razziale. Sempre più influenzato dai membri del Reich inizierà una discesa nella follia che coinvolgerà anche la sua famiglia.
Bravissimo Rudolf Hrušínský, l'attore protagonista (che ricorda un po' Peter Lorre). Molti sono i monologhi e il film a tratti potrebbe risultare verboso, ma personalmente sono rimasta rapita dai dialoghi, dall' atmosfera macabra, dalla tecnica sperimentale e da ottime inquadrature, con primi piani e riprese in soggettiva.
Un film forse non per tutti i palati ma a che mio avviso va visto almeno una volta.
Potete trovarlo sottotitolato in italiano su youtube.
Joan Crawford in 1929
Robert de Niro in Taxi Driver
“Un film è la vita a cui sono stati tagliate le parti noiose.” Alfred Hitchcock
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