Léon ( Luc Besson, 1994 )
Clint Eastwood, “Per qualche dollaro in più”
Veneno para las hadas (Carlos Enrique Taboada, 1986)
#americanbeauty
Björk, 1995 | © Steve Gullick
Le notti bianche (Luchino Visconti, 1957)
Siamo in Danimarca. Helge Klingenfeldt, un ricco imprenditore festeggia i suoi 60 anni nella sua lussuosa villa in campagna. Tutti i membri della famiglia si riuniscono per questo evento, ma durante la cena, Christian, il figlio maggiore si alza dalla sedia e quello che dovrebbe essere un discorso di rito con brindisi finale diventa una rivelazione scioccante. Cristian spiattella davanti a tutti gli invitati un segreto oscuro e terribile che riguarda il padre e che stravolgerà ogni cosa.
Un dramma familiare che critica una borghesia all'apparenza pulita e per bene, ma che dietro questo velo nasconde lati oscuri e agghiaccianti.
Festen è Il primo film del manifesto dogma 95, un movimento cinematografico nato negli anni 90 grazie a Lars Von trier e appunto Vinterberg. Le regole del manifesto indicano alcune limitazioni, tra cui evitare l'utilizzo di effetti speciali, uso della camera a mano e assenza di colonna sonora.
Misery (Rob Reiner, 1990)
Uno tra i migliori film sulle ossessioni? Sicuramente "Misery" di Rob Reiner, tratto dal romanzo di Stephen King, con una fantastica Kathy Bates nei panni della psicopatica Annie Wilkes. Un thriller cult claustrofobico e morboso che ho visto e rivisto non so quante volte.
"Sleepaway Camp" (1983) di Robert Hiltzik
Angela Baker dopo aver perso la sua famiglia in un tragico incidente sul lago, va a vivere con la zia Martha e il cuginetto Ricky. 8 anni dopo l'incidente i due cugini vanno a trascorrere le vacanze estive a Camp Arawak. Qui Angela, dal carattere chiuso e introverso verrà spesso bullizzata dagli altri ragazzini presenti al campo, mentre si susseguiranno una serie di delitti irrisolti.
Cult anni '80 che si ispira al capostipite "Venerdì 13", ma con un budget molto più scarso. Questo slasher purtroppo inedito in Italia meriterebbe più notorietà. Non si discosta molto da pellicole dello stesso genere ma quello che rende Sleepaway camp inquietante e morboso è sicuramente la caratterizzazione di Angela Baker, la sua apatia, i suoi sguardi freddi e distaccati verso quei bulli che non fanno altro che deriderla e trattarla male. I delitti in fondo non sono poi così efferati rispetto ad altri slasher, nonostante siano comunque di grande impatto, ma quello che più conta è sapere cosa nasconde la protagonista, e ci verrà rivelato in uno tra i finali più scioccanti e inaspettati mai visti in un horror. Ancora oggi devo ammettere che l'ultima sequenza del film mi mette i brividi. In seguito vennero anche realizzati dei sequel: Sleepaway Camp II nel 1988 e Sleepaway Camp III nel 1989, entrambi girati da Michael A. Simpson. Solo nel 2003 Richard Hiltzik, il regista dell' originale girerà Return to Sleepaway Camp, dove dopo tanti anni ritroveremo l'attrice del primo film: Felissa Rose.
Rick Baker & Griffin Dunne dietro le quinte del film "Un lupo mannaro americano a Londra"(1981)
“Un film è la vita a cui sono stati tagliate le parti noiose.” Alfred Hitchcock
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