Barry Lyndon (Stanley Kubrick, 1975)
The Chaser (Na Hong-jin, 2008)
Joong-ho è un ex poliziotto dedito allo sfruttamento della prostituzione. Quando si accorge che alcune delle sue ragazze spariscono, indaga e scopre che sono state tutte col medesimo cliente, inclusa Mi-jin che si sta recando proprio da questo uomo misterioso e inquietante. Joong-ho quindi si mette alla caccia di Yeong-min, che si rivela uno spietato serial killer.
Thriller d'esordio del regista coreano Na Hong-jin che si basa sulla storia del serial killer Young-chul Yoo,noto come "Il macellaio di Seoul".
Un'opera cupa e violenta che oltre ad essere un ottimo film di intrattenimento è anche una chiara critica sociale che ci mostra l'inefficacia delle forze dell'ordine in Corea. Difatti nonostante la confessione del killer, la polizia arriverà a rilasciarlo per mancanza di prove e questa scelta porterà a conseguenze terribili. Sarà l'inefficienza della polizia inoltre a motivare l'ex detective che cercherà in tutti I modi di trovare le prove per incriminare Yeong-min e salvare Mi-jin. Tante sono le scene adrenaliniche e memorabili, numerosi scontri corpo a corpo, dialoghi spiazzanti, inseguimenti sfiancanti. In tutto questo spiccano le notevoli e intense interpretazioni dei protagonisti Kim Yoon-seok e Ha Jung-woo, quest'ultimo calato perfettamente nel ruolo del serial killer freddo e spietato che uccide le sue vittime con tanto di martello e scalpello.
Un film che vale la pena di recuperare. Attualmente potete trovarlo su Amazon Prime.
"I tre volti della paura"(Mario Bava, 1963)
Difficile stabilire quale sia il miglior film di Mario Bava. Ognuno dei suoi lavori rappresenta un tassello che compone una filmografia spettacolare che lo renderà il Maestro del cinema horror italiano.
Uno dei suoi lavori che apprezzo in particolar modo è "I tre volti della paura", un film diviso in 3 episodi introdotti dal grandissimo Boris Karloff. Tre episodi differenti tra loro ma tutti validissimi, curati e affascinanti in egual maniera.
"Il telefono", accreditato a Maupassant, in realtà è tratto da un racconto di F.G.Snyder. Episodio thriller che personalmente mi crea ansia ogni volta che lo riguardo.. raffinato, intrigante e claustrofobico. La protagonista, Rosy, riceve durante la notte continue telefonate da parte di un maniaco che le dice che morirà entro l'alba e qualsiasi suo tentativo di salvarsi, sarà inutile, persino chiamare la polizia non servirebbe a nulla, visto che l'assassino sembra essere lì nei dintorni e la sta addirittura spiando. Ma non tutto è come sembra...
Altrettanto interessante l'episodio "I Wurdalak' tratto da un racconto di Tolstoj, un horror gotico ambientato nell'800, dove troviamo una famiglia minacciata dalla presenza dei Wurdalak, vampiri che uccidono coloro che in vita hanno amato di più. Oltre ad introdurre i 3 episodi, Boris Karloff interpreta Gorca, l'anziano padre partito da oltre cinque giorni per dare la caccia ad un Wurdalak, ma egli stesso diventerà uno di loro. Bellissimo episodio, ambientazioni tetre e suggestive, con un uso impeccabile delle luci in perfetto stile baviano.
Il terzo episodio, "La goccia d'acqua" è tratto da un racconto di Cechov.
La protagonista, un' infermiera di nome Helen Chester viene chiamata per vestire il cadavere di una medium deceduta durante una seduta spiritica. L'infermiera, nota che il cadavere indossa un anello e lo ruba. Da quel momento in poi inizieranno a verificarsi fenomeni paranormali che terrorizzeranno Helen. Episodio che nonostante la breve durata riesce a creare un'atmosfera inquietante e spettrale, tra virtuosismi registici, e uso azzeccato del sonoro.
Peeping Tom (1960)
Reality (Matteo Garrone, 2012)
Luciano gestisce una pescheria in un quartiere di Napoli. Spinto dai figli decide di partecipare a un provino per entrare al Grande Fratello, inizialmente prende la cosa con leggerezza ma pian piano finirà per diventarne ossessionato, sperando e autoconvincendosi che verrà preso come concorrente e che la sua vita presto cambierà diventando ricco e famoso.
Matteo Garrone con "REALITY" mostra quanto possa essere alienante e devastante psicologicamente non accettare la realtà per inseguire un sogno illusorio.
“Forever and ever.”
The Hunger (1983).
Directed by Tony Scott.
Catherine Deneuve
Taxi Driver (1976)
The Smashing Pumpkins circa 1993, photos by Patrick Pope from his official website
PSYCHO 1960 ˒ dir. Alfred Hitchcock
"Sleepaway Camp" (1983) di Robert Hiltzik
Angela Baker dopo aver perso la sua famiglia in un tragico incidente sul lago, va a vivere con la zia Martha e il cuginetto Ricky. 8 anni dopo l'incidente i due cugini vanno a trascorrere le vacanze estive a Camp Arawak. Qui Angela, dal carattere chiuso e introverso verrà spesso bullizzata dagli altri ragazzini presenti al campo, mentre si susseguiranno una serie di delitti irrisolti.
Cult anni '80 che si ispira al capostipite "Venerdì 13", ma con un budget molto più scarso. Questo slasher purtroppo inedito in Italia meriterebbe più notorietà. Non si discosta molto da pellicole dello stesso genere ma quello che rende Sleepaway camp inquietante e morboso è sicuramente la caratterizzazione di Angela Baker, la sua apatia, i suoi sguardi freddi e distaccati verso quei bulli che non fanno altro che deriderla e trattarla male. I delitti in fondo non sono poi così efferati rispetto ad altri slasher, nonostante siano comunque di grande impatto, ma quello che più conta è sapere cosa nasconde la protagonista, e ci verrà rivelato in uno tra i finali più scioccanti e inaspettati mai visti in un horror. Ancora oggi devo ammettere che l'ultima sequenza del film mi mette i brividi. In seguito vennero anche realizzati dei sequel: Sleepaway Camp II nel 1988 e Sleepaway Camp III nel 1989, entrambi girati da Michael A. Simpson. Solo nel 2003 Richard Hiltzik, il regista dell' originale girerà Return to Sleepaway Camp, dove dopo tanti anni ritroveremo l'attrice del primo film: Felissa Rose.
“Un film è la vita a cui sono stati tagliate le parti noiose.” Alfred Hitchcock
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