Novembre è stato il mese più buono di un anno difficilissimo e che mi trascinerò dietro per tanto tempo. Ho smesso di giocare. Non riesco a concentrarmi neppure con Fortnite (voglio dire, che ci vuole? È talmente scacciapensieri che lo potrebbe giocare chiunque quando qualcosa non va). Io penso che sia emblematico. In compenso, ho letto tantissimo. Il mio sospetto è che abbia addirittura esagerato.
Di strada ne ho da fare ancora molta e non voglio abbandonarmi né all'ottimismo né al suo opposto. Vi auguro un dicembre sereno.
The winter sun rise, red on white
Now the #1 movie in the world
Sono riuscita a tornare a questo dopo essere ripartita da qui: https://media.giphy.com/media/6X5WbJUQtdV3PQYqil/giphy.gif
Non mi ricordavo più niente.
Se avete feedback, consigli da darmi, etc sappiate che li accetto tutti. Otto anni fa avevo un blog su Tumblr, ben avviato e avevo imparato a creare gif. Ma, come si suol dire, il tempo a mia disposizione era risucchiato dalla vita reale. Dopo un anno, più o meno, ho dovuto chiuderlo.
'Mi basta Twitter'.
«Emigrare era come staccarsi di dosso la pelle. Come disfarsi. Ti svegli ogni mattina e ti dimentichi dove sei, chi sei, e quando il mondo di fuori ti mostra il tuo riflesso, è brutto e distorto; sei diventato una creatura disprezzata, indesiderata» La storia nel cuore del romanzo di Patricia Engel, tradotto da Enrica Budetta per @fazieditore, è una delle più rappresentative dell'epoca contemporanea. Un periodo storico in cui l'esser nati nelle zone più politicamente disequilibrate e svantaggiate economicamente si paga ad un prezzo devastante. Basta avere un briciolo di empatia per osservare certe situazioni e uscirne con la convinzione che 'umanità, dove stiamo finendo?' Se non l'avete ancora fatto, vi consiglio di recuperare, sullo stesso tema, Flee, gioiello dell'animazione danese. Le storie di Amin Nawabi, in fuga da un Afghanistan devastato, e l'odissea di Talia, colombiana nata negli Stati Uniti ma costretta a ritornare in patria, per ricongiungersi con i suoi fratelli e la madre sono lo specchio della realtà di molte persone. Veri e propri fantasmi ai margini delle società in cui il tenore di vita è, all'apparenza, migliore. Patricia Engel racconta la sua protagonista quattordicenne, le nazioni della sua giovane ma intensa vita e il passato della sua famiglia tramite salti temporali e senza alcun indugio nella pornografia del dolore. In un romanzo, comunque sia, contenuto (sono poco più di 200 pagine) sentirete spesso lo stomaco contorcersi per la rabbia o per il coinvolgimento emotivo. Il modo in cui l'autrice porta a scoprire l'ancestrale patrimonio culturale colombiano è splendido e rende la lettura ancora più interessante agli occhi di chi segue la vicenda di Talia. Una terra verso cui i protagonisti, tuttavia, provano anche un forte e comprensibile malumore. Malumori che perfino la nazione di destinazione, gli Stati Uniti, non possono fare a meno di accentuare. Sono odissee che, ahimé, non si esauriscono quando si giunge a destinazione. «E forse non esistono nazioni o cittadinanze; sono solo territori disegnati su una mappa, lì dove dovrebbe esserci la famiglia, dove dovrebbe esserci l’amore, il paese infinito».
Nell'immensa magione degli Hardcastle, qualcuno verrà ucciso. Dallo svelamento dell'identità dell'assassino dipendono le sorti del narratore dell'intera vicenda, incastrato in un loop dal quale sembra impossibile uscire. Egli è chiamato a rivivere la stessa giornata in corpi diversi dal proprio fino a che non sarà venuto a capo dei misteri custoditi dall'infernale Blackheath.
Dirvi di più vorrebbe dire rovinare un'esperienza di lettura ricca di prelibatezze e di piacere inatteso ed inaspettato.
Un prisma dalle molteplici facce. Un teatro della decadenza umana, scandagliata ed esposta fin nelle sue più profonde viscere e da più punti di vista diversi; un rompicapo a cui lettori e lettrici sono chiamati a partecipare, invogliati naturalmente dall'opera a prendere matita e blocco degli appunti per annotarsi personaggi, aneddoti e indizi; un'avventura capace di prendere spunti da una moltitudine di elementi diversi (l'ambientazione di un classico giallo; i loop temporali; la distopia) per rielaborarli in una maniera convincente in un intreccio funzionante.
Ogni domanda avrà una risposta soprattutto se il libro riuscirà a catturare la vostra attenzione. Verrebbe voglia di paragonarlo, da giocatrice, ad un escape room in grado di stimolare la memoria e lo spirito di osservazione di chi legge. Uno dei pregi più grandi del libro è la ricchezza ed eleganza della scrittura, essenziale per far superare a chi legge confusione e smarrimenti iniziali e in grado di donare personaggi e ambientazioni a tutto tondo.
😮 Sono fuggita da Blackheath e dalla sua marcia bellezza ieri sera e, tuttavia, non sento di essermi allontanata abbastanza da questa 'residenza del male' e dalla fitta foresta che la circonda. Avverto ancora il suo richiamo sinistro.
🖤 Poi io sono abituata a coppie che, per un motivo o per l'altro, possono anche scoppiare da talmente fanno scintille (perché o sono vampiri, ammazza vampiri, streghe, cannibali, i Targaryen: non s'hanno da fare eppure 😉).
Quindi vi lascio solo immaginare quanto mi siano piaciuti loro due sebbene una mezza lamentela sull'ultimo episodio vorrei farla ma non scrivono serie TV per farmi un favore e quindi... Evito. Lo digerirò.
🖤
𝐠𝐞𝐨𝐫𝐠𝐞 𝐯𝐢𝐥𝐥𝐢𝐞𝐫𝐬 𝐢𝐧 𝐞𝐯𝐞𝐫𝐲 𝐞𝐩𝐢𝐬𝐨𝐝𝐞: 𝐟𝐨𝐮𝐫 - 𝐭𝐡𝐞 𝐰𝐨𝐥𝐟 & 𝐭𝐡𝐞 𝐥𝐚𝐦𝐛